Come dicevo prima, il passato è pieno di dischi da scoprire. Questo mese è il turno dei Blind Idiot God e dei Tool.
Ok, i Tool. Chi non li conosce? Chi non ha amato alla follia Lateralus? Beh, Io. Lo giuro. La mia storia con Lateralus è infinita. Lo ascoltai la prima volta quando usci. 2001. Ma hai tempi ero perso dietro Radiohead e System of a Down. Lateralus mi risultò ostico.
Ma piaceva davvero a troppe persone che stimo. Così, ad intervalli di qualche anno, gli ho sempre dato un’altra possibilità. Ancora. Ed ancora. Ed ancora. Niente. Non mi ha mai detto nulla. Troppo tecnico a volte. Troppo cupo altre.
Fino ad oggi. Un mio amico (grazie Manuel) lo usa come sveglia e lo condivide con il mondo. Colgo l’occasione per riprovaci. Ma questa volta Lateralus mi fulmina. Stupendo.
The Grudge ti colpisce al petto. Poi, brano dopo brano, i Tool ti entrano nelle vene. Splendido il trittico finale (se escludiamo il delirio finale) dove ogni pezzo ti porta sempre un passo più in fondo. Non so perchè stavolta l’ho capito. Mi è piaciuto. Boh.
Con i Blind Idiot God invece non ho mai avuto a che fare. Ma si ascoltavano gli And So I Watch You From Afar e si discuteva delle loro influenze Math-Rock ed ecco che il solito amico (ari-grazie Manuel) che mi cita questi Blind Idiot God come “padri” del genere.
E che gruppo! Rimango come primo impatto folgorato dalle splendide e caotiche linee di basso. Poi dalla poliedricità delle soluzioni melodiche. Ed infine stregato dalla tensione che trasuda a ogni brano. Ah, il disco (dal titolo omonimo) è del 1987. Si. 27 anni fà.
Splendido e geniale il trittico finale con i tre Dub (Wise Man Dub, Stealth Dub e Raining Dub).
Tool – Lateralus (2001) – 8/10
Blind Idiot God – Blind Idiot God (1987) – 8/10