Non so come farvi capire come Moltheni è riuscito completamente a rapirmi. In poco tempo. Con poco. E’ una storia lunghetta.
Sono stato superficiale con Moltheni. Parecchio. Sarà che l’ho sempre etichettato come quello che ha cantato a Sanremo. Quello di “In centro all’orgoglio che passava a radio Deejay”. Ed io ho non amo chi va a Sanremo. Chi ha i brani che passano alla radio. Ma li ho pagati cari questi preconcetti. Mi hanno precluso per anni (quasi per sempre) l’ascolto di questo incredibile artista.
L’ho anche visto live un paio di volte, come gruppo di apertura di altri artisti. E non mi sono mai soffermato ad ascoltarlo davvero. Ricordo distintamente una serata al Circolo in cui Moltheni apriva il concerto di Shannon Wright. Era il 2008. Dopo poco mi stufò. Noioso. Monotono.
Ed ora che so tutte le sue canzoni a memoria come un adolescente, ora che sono sicuro che non mi stuferebbe, non suona più. Si ritira e forse non potrò cantare le sue canzoni a squarciagola ad un suo concerto. Sfiga.
Ma dicevo della mia cotta fulminea. Tutto è cominciato con “Fiducia nel nulla migliore” (del 2001). Consigliatomi del solito amico (Grazie Manuel). Va immediatamente in loop nel mio lettore mp3. Splendidi testi su basi rock. In molti frangenti sembra di sentire gli Afterhours. Ma è Moltheni. E canzoni come “Zona Monumentale”, “In Me”, “Educazione all’inverso” ti si appiccicano addosso e si lasciano cantare, urlare, come pochi artisti riescono a farti fare.
Poi Moltheni cambia registro e passa ad un folk intimo che tuttavia non sminuisce di una virgola la sua capacità compositiva e i suoi splendidi testi. Si parla di “Splendido Terrore”, “Toilette Memoria” e “I segreti del Corallo”. Tutti album Stupendi.
Ma lascio a voi il gusto della scoperta. Dello stupore. Copio solo alcuni estratti dai suoi testi. Come specchio del suo estro e della sua vena creativa. La musica la lascio alle vostre orecchie.
Dai gaudi dell’adolescenza alle mie paure mature, non mi curo della tua concorrenza se voglio tanto ti fotto uguale. Puoi cercare di farmi ubriacare con quelle delicate parole che mi fanno ridere anche quando in realtà dovrei piangere. (Zona Monumentale)
L’altra notte mentre uscivo fuori dalla discoteca mi è passata a quattro metri la mia vita. Camminava col bicchiere e un vestito nero. Mi ha guardato ma non mi ha cagato. La conosco bene, è in collera con me, mi rimprovera le cose che non ho potuto fare. Mi rimprova parole che non ho potuto dire, che mi avrebbero cambiato in meglio insieme a lei. (Vita Rubina)
Quando ti uccidi, tu ti diverti di più, quando ti uccidi tu ti diverti di più, quando mi uccidi, ridi, ridi. (Ridi Irene Ridi)
Prendi me offro garanzie prive di vincoli, ma tu dividimi in parti uguali che riserverò per te quella migliore (L’età migliore)
I miei anni luminosi come neon (Gli Anni del Malto)
Ma le cose cambiano e con loro anche le persone che ridono, piangono e assomigliano un pò a te. Parlano, tacciono e assomigliano un pò a te. Graziano o uccidono e assomigliano un pò a te. (Nel Futuro Potere Del Legno)
Dormi che domani il mio burro piegherà il tuo acciaio. (Mondodown)
Ecco che arriva il caldo che bene mi fa, come colla che tiene unite due parti. La vita mi ha cotto a vapore io ricambiando il favore, rido al computer che muto illude cento e più volte. (Bufalo)
Lasciami, lasciami, miracolami e se ti va lasciami andare. Ma quanto ti piace a volte far del male. (Educazione all’inverso)
Capra realtà, nutriti con la mia erba. (Qualsiasi Aprile)
Dove sei, e se ci sei, fatti vedere. Credo di avere il diritto di poterti toccare. Dove sei e se ci sei, parlami ancora. Parlami ancora fino ad annoiarti la gola. (Curami Deus)
Tu che mi apri come un conto in una banca che non c’è. (Il Bowling o il Sesso)
C’è un oceano tra il dire e il fare, ma l’attesa mi piace da morire. (Il Bowling o il Sesso)
Perché sei così bella che senza di te è naturale volere morire. (E Poi Vienimi A Dire Che Questo Amore Non E’grande Come Tutto Il Cielo Sopra Di Noi)
Pesce del mio acquario, nuota in fretta che l’acqua che ti aggiungo arriva piano piano. (In Me)
Mi vergogno di esser uomo perché penso e a volte faccio male come a te, che innocente mi ami e vivi… mi ami e vivi… in me, In me… (In Me)
Poveri voi senza coscienza, tira la lenza scemo tanto io non abbocco. (Io)
Nell’abbondanza piange la mia generazione. (Io)
Demone io, angelo tu, oggi è così, ma resta qui che questa notte non voglio dormire. (In Porpora)
Ma d’altra parte tu sei più felice se mi confondi con qualcuno dentro a un tram, con qualcuno dentro a un bar. Con qualcuno. (Ragazzo solo, Ragazza Sola)
Non mi parli da giorni e comprendo quello che provi dentro poiché ti ho colpito in centro all’orgoglio, credevo di vincere che cosa non so (In centro all’orgoglio)
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