Io il nuovo lavoro dei Justice, a ben quattro anni da quella splendida follia di Cross, non l’ho ancora capito. Ormai sono settimane che me lo ascolto, ma non è facile farsene un idea, sopratutto se si è amato il disco precedente che, spiace dirlo, con questo nuovo lavoro ha davvero poco da spartire.
Ma procediamo con calma. Non si può non contestualizzare il disco in relazione al precedente, precisa colonna sonora di una festa (party baby!) iniziato nel migliore dei modi (D.A.N.C.E.), proseguito tra alcohol e droghe (Phantom pt. I) e finito nel peggior modo possibile (Stress). Insomma un trip unico perfettamente musicato da chi ha vissuto pienamente l’esperienza sulla propria pelle.
Audio video disco parte con le migliori intenzioni aprendo con un “uno due” di livello (Horsepower e Civilization), pezzi pop belli ballabili ma con quel qualcosa in più in grado di renderli “fichi”. Il problema è che dopo l’avvio beneaugurante segue il nulla. Infatti già al terzo pezzo ti chiedi che cazzo è successo, che hai sbagliato e, sopratutto, dove è finita la festa…
Il terzo pezzo è infatti un brano alla Air venuto male, che ti taglia le gambe e ti fa storcere la bocca. Poi è tutto un fiorire di pezzi dance rock con richiami alla psichedelia anni 70?!?!? I pezzi nel complesso non sono male, divertenti, ballabili e popposi, ma non è questo quello che mi saprei aspettato dagli autori di Waters Of Nazareth.
Dove è finita la grinta? Dove è quel gusto per la melodia tirata ma in grado di entrarti in testa?
Dal mucchio si salva giusto On’n’On dove l’alchimia sembra essere tornata, ma è solo una fugace illusione prima di risprofondare nella mediocrità. Chiude il disco un pezzo alla Justice vecchio stampo, che infatti spacca (pur essendo molto di derivazione Daftpunkiana).
Audio, Video, Disco.
Insomma, sarò ripetitivo, sarò poco aperto di mente, avrò preconcetti, ma dal nuovo Justice mi aspettavo qualcosa di diverso di una manciata di brani da hit parade… Dopo la splendida festa (finita male) di Cross i nostri non si sono ripresi e sono ancora sotto effetto di una post sbornia d’annata (direi anni 70).
Fuor di metafora, i ragazzi sono comunque da tenere d’occhio perché un paio di centri che fanno ben sperare li hanno fatti. Dopo Cross era difficile ripetersi, e cambiare strada era effettivamente l’unica alternativa, anche se si poteva scegliere meglio la nuova via…
Aspettiamo pazienti che si facciano un nuovo trip e ci mostrino nuovamente di che stoffa sono fatti. Perché sono sicuro che di stoffa ne hanno, almeno lo spero…
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