Julien Neto – Le Fumeur de Ciel (2005)
La qualità complessiva del disco stupisce. La maestria con la quale Julian Neto cattura l’ascoltatore, sempre in punta di piedi, senza accelerazioni, seguendo un proprio percorso musicale è innegabile.
La qualità complessiva del disco stupisce. La maestria con la quale Julian Neto cattura l’ascoltatore, sempre in punta di piedi, senza accelerazioni, seguendo un proprio percorso musicale è innegabile.
Ravedeath, 1972 è un disco denso, che rapisce l’ascoltatore attento, ma che è in grado di suggestionare anche l’ascoltatore distratto. Sicuramente va ascoltato a volumi adeguati e/o in cuffia per cogliere le mille sfumature e il lavoro certosino che è stato fatto per ogni brano.
In pratica Grouper ha fatto questo Album (Dream Loss) in cui canta come nei migliori dischi gotici, un canto lisergico, un vero e proprio mantra. La sua voce arriva da lontano, come se avesse registrato le tracce vocali cantando, salmodiando, dal cuore di una fitta foresta lasciando tuttavia il microfono nel sottobosco, al limitare dei primi alberi.
Evoluzioni non ve ne sono. Qui non si è sempre a caccia di nuovo, eh. O di novità. Quindi ben venga che i Lali Puna ci ripropongano il loro classico stile. Semplicemente non vi aspettate qualcosa di diverso da una splendida ripetizione della loro ricetta.